Weekend in Emilia tra castelli e montagne misteriose

In un fine settimana di Febbraio abbiamo deciso di dirigerci con il nostro van verso una zona del Nord Italia a noi sconosciuta, seppur poco distante da casa.

Abbiamo visitato tre diversi castelli tra le provincie di Parma e Reggio Emilia e dormito ai piedi della leggendaria Pietra di Bismantova. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalle bellezze storiche e naturali di questi luoghi, dove c’è davvero tantissimo da scoprire.

Di seguito le tappe del nostro breve weekend, buona lettura!

Castello di Torrechiara

Sabato mattina arriviamo all’ingresso del Castello di Torrechiara poco prima delle 11, orario di apertura al pubblico. Il costo per il biglietto d’ingresso a tariffa intera è di 5 euro. Nei giorni festivi è richiesta la prenotazione: per ulteriori informazioni in merito vi consigliamo di consultare il sito ufficiale.

Situato nel comune di Langhirano (PR), il Castello di Torrechiara è una rocca imponente circondata una triplice cerchia di mura.
Il castello fu costruito tra il 1448 ed il 1460 per volere di Pier Maria Rossi, Conte di San Secondo, coraggioso e prestigioso condottiero. Qui si consumò l’appassionata storia d’amore tra il Conte e la sua bellissima amante, la Duchessa Bianca Pellegrini.

Visitare il castello oggi vuol dire farsi trasportare indietro nei secoli. Varcata la soglia della Corte d’Onore, l’imponente cortile interno, si passa di sala in sala guidati dai meravigliosi affreschi che decorano pareti e soffitti.

Nella Camera d’Oro, la stanza privata dei due innamorati, si resta incantati dalle decorazioni che celebrano l’amore tra il conte e Bianca. La leggenda narra che il fantasma della duchessa si aggiri tutt’ora nel castello, nelle notti di luna piena, in cerca del suo amato.

Trascorriamo circa un’ora all’interno del castello e, terminata la visita, ci rimettiamo in viaggio diretti a Canossa. Prima, però, facciamo una piccola deviazione fino a Vigatto (PR). Qui, su suggerimento di un amico, gustiamo un ottimo pranzo tipico presso la Trattoria del Grillo, consigliatissima se vi trovate in zona. Grazie, Giulio!

Ripartiti, oltrepassiamo il fiume Enza ed entriamo nella provincia di Reggio Emilia. Poco dopo, la strada inizia a salire dolcemente sulle colline offrendo una bella vista della valle sottostante. In poco meno di mezz’ora giungiamo a Rossena di Canossa per visitare il castello.

Castello di Rossena

Parcheggiato il van, ci incamminiamo lungo la salita che conduce all’ingresso del castello, giusto in tempo per fare i biglietti ed accodarci ad una visita guidata appena iniziata.

Il castello fu costruito nel 960 circa, contemporaneamente all’antistante Torre di Rossenella, per difendere la vicina rocca di Canossa. Solido e austero, sorge su una rupe da cui si gode di una meravigliosa vista sulla Pianura e sugli Appennini.

Accompagnati dalla guida è possibile visitare alcuni degli ambienti del castello, comprese le prigioni e la grande cisterna sotterranea per l’acqua. Ripercorriamo inoltre alcune tappe dell’affascinante storia di Matilde di Canossa, sovrana incontrastata di queste terre a partire dal 1076.

Una curiosità: nel 2000, in occasione del Giubileo, è stato realizzato all’interno del castello un ostello con circa 70 posti letto. Il castello è inoltre attualmente utilizzato per l’organizzazione di eventi e convegni.

Con il biglietto di ingresso al castello di Rossena è possibile usufruire dello sconto di un euro sull’ingresso a Canossa, che si trova a meno di dieci minuti in auto.

Castello di Canossa

Dell’antico castello restano ormai solo alcune imponenti rovine, risultato di diversi assedi e di frane che hanno interessato la rupe su cui il castello sorge.

Le rovine si possono visitare in autonomia; per il piccolo ma interessante museo adiacente ad esse è invece possibile usufruire di una visita guidata, compresa nel prezzo d’ingresso.

Dopo aver ammirato i resti del castello ed il magnifico panorama circostante, decidiamo di digerirci verso l’ultima destinazione della giornata, la Pietra di Bismantova

Pietra di Bismantova

Emblema dell’Appennino Reggiano, la pietra di Bismantova è un massiccio roccioso lungo 1 km e largo 240 m, la cui sommità si eleva fino a 1042 metri sul livello del mare.
Quando arriviamo al suo cospetto, poco prima del tramonto, le pareti rocciose ci appaiono incendiate dai raggi di un sole che sta per sparire dietro alle montagne. Non ci stupisce che questo luogo sia intriso di miti e leggende; considerato sacro nell’antichità, anche Dante vi fa riferimento nella Divina Commedia per descrivere la montagna del Purgatorio.

Ai piedi della Pietra si trova un grande piazzale, “piazzale Dante”, appunto, con numerosi posti auto e tre posti camper. Il parcheggio è a pagamento dalle ore 8 alle ore 20 ed è possibile passarvi la notte in camper; da qui la vista è mozzafiato.

Trascorriamo una notte molto tranquilla in compagnia di un altro van e, il mattino seguente, decidiamo di percorrere il sentiero che porta alla vetta della Pietra. La durata del percorso è di circa 30 minuti. Saliti i ripidi gradini che partono direttamente dal parcheggio si incontra il Rifugio della Pietra e, poco più avanti, l’Eremo di Bismantova, risalente al 1617. Da qui il sentiero prosegue verso sinistra. Alzando gli occhi alle imponenti pareti a strapiombo, meta di numerosi scalatori, si possono ammirare le sfumature dei colori e le stratificazioni delle rocce, si scoprono fratture, anfratti, torrioni.
Il percorso è per lo più pianeggiante, con l’eccezione dell’ultimo tratto che consiste in un passaggio piuttosto ripido tra la roccia, dove sono presenti dei corrimani di corda per salire in sicurezza. Passato questo punto si arriva ad un bella radura da cui parte il tratto finale del sentiero, che raggiunge la sommità dell’altopiano. Noi purtroppo ci siamo dovuti fermare qui perché, a metà febbraio, abbiamo trovato uno spesso strato di ghiaccio che rendeva difficoltoso proseguire il cammino.
Chissà, magari torneremo con la bella stagione!

Fatto ritorno al piazzale, ci siamo rilassati godendoci ancora per un po’ il bellissimo panorama ed abbiamo iniziato il viaggio di rientro a casa.

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