West Coast USA: una settimana on the road
Una piccola premessa: questo itinerario è frutto di una revisione rispetto all’idea iniziale, poiché in un secondo momento si è aggregato un compagno di viaggio (la mitica mamma di Sara!) alla sua prima visita negli USA. Abbiamo quindi deciso di inserire nel tour anche Zion e Bryce Canyon National Park, che noi avevamo già visitato in un precedente viaggio on the road e che, a nostro parere, sono davvero imperdibili. Nonostante queste due tappe siano un po’ più fuori mano rispetto a quelle previste dall’itinerario iniziale, siamo riusciti comunque a godercele ed il viaggio è stato fantastico.
Ecco quindi l’itinerario, giorno per giorno, del nostro road trip di una settimana tra California, Nevada e Utah.
Giorno 1: da Milano a Palmdale
Il viaggio inizia all’aeroporto di Milano Linate, da dove decolliamo alle 11 in punto diretti a Londra. Alle 14:45 ripartiamo da Heatrow a bordo di un datato ma confortevole Boeing 777-200 di American Airlines. Dopo 11 ore di volo atterriamo a Los Angeles, alle 18 ora locale. Ritiriamo la nostra auto a noleggio con Alamo e ci mettiamo subito in viaggio verso il nostro primo hotel. Dopo un’ora e mezza di guida arriviamo a destinazione, presso il Best Western Plus John Jay Inn & Suites di Palmdale.
Giorno 2: da Palmdale ad Amargosa Valley
Complice il fuso orario, facciamo colazione molto presto e ci mettiamo subito in viaggio. Immancabile tappa al Walmart locale per comprare acqua, snack e pranzo al sacco e via, verso il deserto.
Red Rock Canyon State Park

Death Valley National Park
Dopo un’ora e quaranta circa arriviamo all’ingresso del parco nazionale della Death Valley. La strada è già stupenda: si snoda, infinita, tra deserto e montagne.
La prima sosta fotografica è a Rainbow Canyon: noto anche come Star Wars Canyon, si tratta di una gola profonda dove i piloti americani si addestrano al volo radente. Scattiamo qualche foto, poi proseguiamo addentrandoci nel parco. La strada si fa sempre più spettacolare e ci conduce fino a Mesquite Flat Sand Dunes. Sono le quattro del pomeriggio del 12 ottobre e ci sono 31°C! Dopo una passeggiata sulle dune di sabbia dorata, ci rimettiamo in auto; la strada che porta fino al famoso Badwater Basin purtroppo è ancora chiusa a causa di importanti dissestamenti quindi proseguiamo direttamente fino al visitor center a Furnace Creek. Da qui, raggiungiamo Zabriskie Point per goderci un tramonto a dir poco spettacolare.
L’orizzonte è ancora infuocato mentre ci lasciamo alle spalle le montagne per guidare fino al nostro alloggio per la notte, il bellissimo Longstreet Inn & Casino. L’atmosfera è favolosa, la cena ottima, le camere sono grandi e pulite, lavatrice ed asciugatrice sono efficienti ed economiche. Che dire, hotel davvero super consigliato per visitare la Death Valley.

Giorno 3: da Amargosa Valley a Las Vegas
La giornata inizia con una colazione indimenticabile al Longstreet Inn. Il cielo terso del Nevada ci invita a rimetterci in viaggio ma, dopo pochi chilometri, facciamo una prima tappa: un’area di sosta a tema alieni e Area 51 è assolutamente imperdibile! Riprendiamo la strada, oltrepassiamo Las Vegas e, dopo un paio d’ore, eccoci all’ingresso di Valley of Fire State Park. Questo parco è stata la vera sorpresa del viaggio: colori pazzeschi, panorami mozzafiato, non ha davvero nulla da invidiare ai grandi parchi più famosi!
Valley of Fire State Park
Facciamo tappa al visitor center, pausa pic nic a Seven Sisters e poi imbocchiamo la spettacolare Mouse’s Tank Road, che si inoltra tra spettacolari rocce rosse. Arrivati a Rainbow Vista restiamo folgorati dal panorama che ci si apre davanti agli occhi. Consigliamo assolutamente di non limitarsi al view point a bordo strada ma di fare una passeggiata lungo Rainbow Vista Trail: merita davvero, soprattutto se, come noi, si ha fortuna di vedere un gruppo di pecore delle montagne rocciose pascolare tranquille a poca distanza dal sentiero.
Proseguiamo quindi in auto fino al parcheggio all’inizio del celebre The Fire Wave Trail. La camminata non è impegnativa e si sviluppa in un paesaggio che sembra extraterrestre, veramente imperdibile.
L’ultima tappa della nostra giornata a Valley of Fire è Atlat Rock, dove una scalinata in metallo porta ad una parete ricoperta di affascinanti petroglifi.

Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Las Vegas, che dista poco meno di un’ora. Qui passiamo una serata a spasso lungo la Strip, esplorando alcuni dei casinò più famosi. La frenesia e la follia di questa città sono le stesse che ricordiamo dalla nostra precedente visita, sette anni fa. Se si è di passaggio, una notte a Las Vegas è sempre una buona scelta. Attenzione ai weekend, quando i prezzi degli hotel lievitano! Noi abbiamo soggiornato al consigliatissimo The Carriage House, un hotel non troppo grande, a due passi dalla strip, con parcheggio comodo e relativamente economico (10 dollari al giorno).
Giorno 4: da Las Vegas a Hurricane
Dopo una notte estremamente confortevole, lasciamo Las Vegas diretti verso nord. Dopo circa due ore, usciamo dalla I-15 per dirigerci verso Hurricane, Utah. Da qui proseguiamo ancora per 40 minuti fino alla deliziosa cittadina di Springdale, alle porte di Zion National Park.
Zion National Park

Giorno 5: da Hurricane a Bryce Canyon National Park
Vale la pena percorrere 400 km andata e ritorno, in un solo giorno, per vedere il Bryce Canyon? Assolutamente si!
Partiamo da Hurricane la mattina presto, nuovamente in direzione di Zion National Park. Percorriamo tutta la UT-9, sotto una pioggia battente che rende il paesaggio surreale: lungo le pareti rocciose si formano rapidamente innumerevoli ruscelli, cascate, torrenti, ogni cavità si trasforma in una pozza più o meno grande, dandoci perfettamente l’idea di come questo ambiente venga continuamente plasmato dall’acqua, dal ghiaccio e dal vento.
Arrivati a Mount Carmel Junction, proseguiamo verso Hatch e poi deviamo sulla UT-12. Poco dopo, ecco lungo la strada lo spettacolo del Red Canyon. Ci fermiamo per scattare qualche foto, incantati dal contrasto tra il rosso surreale delle rocce ed il verde dei pini della Dixie National Forest. Da qui all’ingresso di Bryce Canyon National Park non manca molto; una volta arrivati, parcheggiamo nei pressi del visitor center, visitiamo il museo e l’immancabile shop. Partiamo poi a bordo di una delle navette del parco per ammirare l’anfiteatro del Bryce Canyon dall’alto, dai diversi punti panoramici. A Bryce Point veniamo sorpresi da una tempesta di neve, che nel giro di un’ora viene portata via dal vento e rimpiazzata dal sole. A Sunrise Point scendiamo per qualche tornante tra gli hoodos all’interno dell’anfiteatro, un’esperienza da non perdere perché la prospettiva diversa fa apprezzare al meglio la bellezza del paesaggio.
Bryce Canyon è davvero uno spettacolo difficile da immaginare finché non lo si vede coi propri occhi.
Nelle due ore e mezza di auto per tornare in hotel ci godiamo ancora una volta il passaggio da Zion National Park lungo la UT-9, questa volta con il sole. Poco prima dell’arrivo a destinazione assistiamo ad un tramonto favoloso che incendia le rocce rosse delle montagne che ci circondano. Concludiamo la giornata con una bella pizza di Domino’s, consegnata e gustata direttamente nella hall del nostro albergo.

Giorno 6: da Hurricane a Barstow

Giorno 7: da Barstow a Los Angeles
Griffith Observatory
Il nostro motel ci offre una colazione tipica nel suo ristorante messicano. Soddisfatti, ci rimettiamo alla guida e, dopo un paio d’ore, arriviamo al celebre osservatorio Griffith. Da qui si ha una vista pazzesca su Los Angeles e si vede anche la scritta Hollywood sulla collina più famosa del mondo. Fino alle 11 l’ingresso all’osservatorio è chiuso ed il parcheggio è libero: l’ideale per noi, che vogliamo solo ammirare il panorama. Una curiosità : per raggiungere l’osservatorio in auto si attraversa una galleria comparsa in diversi film, tra i quali il secondo capitolo di Ritorno al Futuro, nella famosa scena in cui Marty insegue Biff per recuperare l’almanacco sportivo (trovate il video sulla nostra pagina Instagram!).

Santa Monica
Quando si dice che Los Angeles è enorme e che il traffico è spaventoso… è assolutamente vero! Impieghiamo più di un’ora per arrivare a Santa Monica dall’osservatorio Griffith. Lasciamo l’auto in un parcheggio comodo ed economico, super consigliato, a due passi dal Santa Monica Pier. Passeggiamo lungo il molo più famoso della California tra artisti di strada, bancarelle e ristoranti. Turisti di ogni nazionalità si assiepano davanti al celebre cartello che segna la fine della Route 66. Scattiamo decine di foto all’iconica Ferris Wheel, la ruota panoramica simbolo del Pacific Park. Il profumo di ciambelle e zucchero filato si mischia a quello dell’oceano, mentre scendiamo dal molo fino alla spiaggia. I gabbiani, le palme altissime che costeggiano l’Ocean Front Walk, le torrette dei guardaspiaggia: in poche parole, ci ritroviamo catapultati in una puntata di Baywatch. Se avete solo poche ore da trascorrere a Los Angeles, il nostro consiglio è di passarle qui, sulla spiaggia di Santa Monica: non ve ne pentirete!
Nel primo pomeriggio torniamo alla nostra auto e ci mettiamo in viaggio verso l’aeroporto: è tempo di tornare a casa. Il Car Rental Center non è distante dalla spiaggia di Santa Monica, tuttavia occorre sempre tenere sotto controllo la situazione del traffico. Facciamo il pieno alla nostra Hyundai Tucson, ottima compagna di viaggio, la riconsegniamo ad Alamo e ci imbarchiamo sulla navetta per l’aeroporto. Il viaggio di ritorno passa veloce a bordo del mitico Airbus 380 di British Airways e, prima di quanto lo desiderassimo, ci ritroviamo nel grigiore di Londra, rimpiangendo già il sole della California.


